MUSICA, RIVIVE IL MITO DI JOBIN

(Gianfranco Porro)

Antonio Carlos "Tom" Jobim, padre della bossa nova, è il simbolo della musica popolare brasiliana. Scomparso ormai da cinque anni, rivive in noi con le sue composizioni, divenute celebri in tutto il mondo. E il mitico "Tom", appellativo quanto mai azzeccato per un personaggio simile, e le mitiche canzoni, da La garota de Ipanema ad Insensatez, Chega de Saudade, Samba de uma nota sò e così via, rivivono grazie al figlio Paulo e il nipote Daniel che ripropongono tutto il repertorio di papà Jobim. A Trieste hanno suonato recentemente al Teatro Miela nell’ambito della rassegna Jazz Terminal. La bossa nova è tristezza ma anche gioia, gioia di vivere in un clima tropicale pieno di sole e di speranza, un futuro migliore, un amore perduto o non corrisposto, nostalgia del passato: una commistione insomma di positivo e negativo espressa nelle magiche armonie di "Tom" Jobim. Il primo brano di bossa nova, Chega de Saudade, composto da Jobim nel 1956, è storia. La reazione dei jazzisti è immediata: da Stan Getz, gran sassofonista, che comincerà già dal 1962 ad inserire quei brani nel suo repertorio, a Wayne Shorter, altro notevole sassofonista, che addirittura inserirà Dindì, composizione che Jobim dedicava alla defunta cantante Sylvia Telles, nella sua ricerca sperimentale nel free jazz. Paulo e Daniel, invece, restano inchiodati al tradizionale dandoci le versioni originali di tutte le composizioni di Jobim senior.

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