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L'immagine del Brasile in Italia Se dicessi ad un amico che ho intenzione di andare a fare un viaggio in Brasile, questi mi darebbe una gran pacca sulla spalla con un sorriso malizioso pensando - dentro di se' - che il mio sarà un viaggio all'insegna di facili avventure amorose. Un po' come andare a Cuba o a Santo Domingo, dove i charter che atterrano dall'Italia e dagli altri Paesi europei sono pieni di single che hanno come unico obbiettivo quello di passare delle vacanze in compagnia di ragazze compiacenti e disponibili Una piccola indagine via Internet condotta recentemente in Italia dal nostro Progetto su un campione di 150 persone fra i 25 e i 60 anni appartenenti a diverse classi socio-economiche e con un grado di istruzione medio/superiore, ha evidenziato come il Brasile, pur essendo un Paese molto popolare (tutte le persone intervistate hanno saputo esattamente localizzarlo geograficamente), è tuttavia una Nazione per certi versi sconosciuta e con una "reputazione" decisamente bassa. I dati che meritano di essere presi in considerazione sono i seguenti:
solo il 4% degli intervistati ha saputo indicare il nome del nuovo Presidente brasiliano e solo 1 persona su 150 è a conoscenza del Programma "Fome Zero" il 60% è a conoscenza che in Brasile (inteso però come America Latina) ci sono emigrati di origine italiana, ma solo il 2,8% è stato in grado di avvicinarsi al numero reale dei discendenti di origine italiana presenti sul territorio nazionale. Il 78% ha affermato che in Brasile ci sarebbero dagli 1 ai 2 milioni di persone di origine italiana. I "media" italiani non aiutano certo ad elevare l'immagine dello Stato/Continente brasiliano. Poco prima e poco dopo l'insediamento del Governo Lula, quotidiani, newsmagazine e le principali reti televisive italiane hanno descritto un Brasile alla soglia del collasso economico/finanziario e di quello sociale.
Il più diffuso settimanale italiano, "Panorama" (che ha un target di lettori con cultura medio/alta), titolava un servizio di 6 pagine "Campioni del mondo...di bancarotta". E i toni degli articoli dei quotidiani non sono stati molto dissimili.
Nello stesso periodo uno speciale televisivo della durata di un'ora su RAI3 (il canale "culturale" della televisione di Stato) ha parlato esclusivamente di favelas, di bande di delinquenti che uccidono senza motivo le persone per la strada, di traffici di droga. Un quadro inquietante di povertà, degrado e delinquenza.
Due settimane dopo anche il secondo polo televisivo italiano (Mediaset) ha mandato in onda un reportage sui bambini che vivono nelle strade e si prostituiscono per i turisti europei e giapponesi nelle spiagge del Nord. Ancora una volta un Brasile "a senso unico" con in primo piano le favelas, la povertà, la fame.
Recentemente, un'altra trasmissione dedicata ai Paesi poveri e in via di sviluppo (nella stessa serie sono stati proposti documentari su Paesi africani e del Centro e Sud America) ha trattato il tema dei "campezinhos". Dunque, nell'immaginario collettivo che contribuisce a creare i pregiudizi e le immagini stereotipate, il Brasile è un Paese grande, popolato per la maggior parte da gente di pelle scura che non lavora, un Paese dove fa molto caldo tutto l'anno, dove pochissime persone - forse nobili discendenti dei conquistatori portoghesi - detengono immense ricchezze e possedimenti terrieri facendo vivere nella povertà e nell'ignoranza la gran parte della popolazione.
Più che un Paese in fase di pieno sviluppo, il Brasile viene considerato quasi un Paese del terzo mondo dove non c'è tecnologia, dove i ragazzi non vanno a scuola e stanno tutto il giorno per le strade; un Paese dove le Università sono rare e frequentate solo dai più facoltosi.
Il dato molto grave, a nostro avviso, è che quando si parla di Brasile, ha sempre il sopravvento l'immagine più negativa oppure quella più folkloristica di questo Paese. Si parla, cioè, solo di fame, di povertà, di delinquenza, di droga, di criminalità da una parte; e dall'altra si parla solo di Carnevale con feste straordinarie che durano ininterrottamente per giorni interi. Questa è l'immagine del Brasile oggi in Italia. E tutto ciò danneggia non solo il turismo, ma anche e soprattutto i rapporti imprenditoriali, gli scambi commerciali, gli investimenti di aziende italiane nel territorio brasiliano, le delocalizzazioni imprenditoriali. La fiducia. Quando facciamo queste considerazioni il pensiero corre anche all'Italia, che ha vissuto per molto tempo una situazione analoga. Pizza, mandolino, spaghetti, tarantella e mafia sono gli epiteti che identificavano gli italiani in gran parte del mondo fino a non molti anni fa. Anche in questo caso si trattava di antichi pregiudizi, di luoghi comuni difficili da superare. "Macaroni", ci chiamavano gli americani del nord in senso spregiativo. Oggi, per fortuna, la situazione è molto cambiata e l'Italia gode di un'altra immagine internazionale che è legata alla cultura del mangiare e bere bene, alle bellezze architettoniche, alla storia millenaria, alla cultura, ai grandi marchi della moda, alle automobili Ferrari... Ma ci è voluto tanto tempo... ° ° ° ° ° Certo, il Brasile ha alcuni gravi problemi da superare. Tuttavia, il Presidente Lula ha dimostrato di averli ben chiari, ha dimostrato di non volerli nascondere al mondo e per questo ha messo in atto alcuni Progetti per cercare di cambiare le cose. Ma il Brasile non ha solo problemi. Il Brasile ha anche un'altra faccia che è assolutamente sconosciuta, almeno in Italia, perché è come se il lato positivo fosse offuscato dal lato negativo che certamente fa più breccia nell'opinione pubblica. Qualche esempio ? Il grande successo che hanno avuto in tutto il mondo le canzoni di Antonio Carlos Jobim e che sono state interpretate dai più grandi artisti (da Frank Sinatra a Ella Fitzgerald), non vengono identificate immediatamente con il Brasile. Jobim è un bianco e la sua bossanova è una musica estremamente raffinata ed elegante. Non può essere un prodotto brasiliano ! Così come non lo possono essere le forme altrettanto eleganti e sofisticate di Oscar Niemeyer o i romanzi di successo di Pablo Coelho. Eppure sono solo tre esempi dell'altro Brasile, di quella parte che non è conosciuta e che è necessario far scoprire. Che cosa fare concretamente per definire un'immagine nuova, diversa e positiva di questo grande Paese ? Noi pensiamo che sia necessaria una poderosa operazione di marketing da parte delle autorità brasiliane, che pure hanno le loro responsabilità se fino ad oggi si è consolidata nell'opinione pubblica questa immagine non-positiva. E siamo convinti che un ruolo molto importante, in questa operazione, possano svolgerlo proprio gli italo/brasiliani, i brasiliani di origine italiana che tanto hanno contribuito a far diventare grande il loro Paese di adozione e che oggi occupano ruoli di primo piano nell'imprenditoria, nella politica, nello sport e nella cultura. Con questo non intendiamo mettere in secondo piano il valore e l'importanza degli altri gruppi etnici, ma è un dato di fatto che i brasiliani di origine italiana hanno avuto e hanno una parte molto importante nello sviluppo del Brasile. Non è un caso che ben 6 Ministri del Governo Lula abbiano cognomi italiani. Facciamo capire ai "media" italiani quanti sono, dove vivono, cosa fanno... Facciamo comprendere che i brasiliani di origine italiana sono, nel mondo, la comunità più numerosa ma soprattutto quella più legata alla terra di origine. Raccontiamo storie di successo e ci sarà un immediato riscontro nell'opinione pubblica italiana. Non c'è una famiglia, nell'Italia del Nord, che non abbia nel suo passato una storia di emigrazione... Creata questa identità e questo forte impatto emotivo sarà più facile far passare, almeno in Italia, anche l'immagine dell'altro Brasile - quello Positivo - sconfiggendo finalmente pregiudizi e luoghi comuni.
Se falasse para um amigo que eu tenho intenção de fazer uma viagem ao Brasil, este me daria um grande tapa nas costas com um sorriso malicioso pensando - dentro de si - que a minha serà uma viagem para aventuras amorosas faceis. Um pouco como ir em Cuba ou a Santo Domingo, onde os vôos charter que aterrizam vindos da Italia e dos outros paises europeus estão cheios de solteiros que tem como unico objetivo aquele de passar as ferias em companhia de moças "prostitutas ?" e disponiveis. Uma pequena pergunta via Internet conduzida/feita na Italia recentemente pelo nosso Projeto sobre um campeão entre 150 pessoas dentro dos 25 e os 60 anos, separados em diversas classes socio-economicas e com grau de instrução medio/superior, tem evidenciado como o Brasil, também sendo um País muito popular ( todas as pessoas entrevistadas souberam exatamente localiza-lo geograficamente ) é todavia uma Nação para certas direções desconhecida e com uma reputação decididamente baixa. O dados que merecem ser vistos/pegos em consideração são os seguintes:
À pergunta "sabeis dizer-me o nome de ao menos 5 cidades brasileiras ? ", a maior parte dos entrevistados disse 3: ( Rio de Janeiro, em primeiro lugar, São Paulo, em segundo e Bahia em terceiro, confundindo o Estado da Bahia com a capital Salvador ). Nenhum mencionou Curitiba, Florianópolis ou Porto Alegre. À pergunta " quais são as primeiras tres coisas que vem em mente quando se nomeia o Brasil ", para 90% das pessoas colocaram em primeiro lugar o Carnaval do Rio. as outras respostas foram o futebol, sol, samba, papagaios, Rio de Janeiro, café e favelas. Dentro das personagens famosas no campo da cultura, da arte, da politica, do esporte e do espetaculo tiveram a grande parte das preferencias só os nomes dos jogadores de futebol ( Pelé, Ronaldo, Socrates, Zico, Falcão ) e alguns tem mencionado Senna e Barrichello. Nenhum lembrou Oscar Niemeyer, Jorge Amado, Antonio Carlos Jobim... À pergunta " programarieis umas ferias no Brasil com a vossa familia ou com a vossa esposa/companheira ? " 75% dos homens responderam que no Brasil deve-se ir de boa vontade, mas sozinho e 85% das mulheres julgam o Brasil alem da conta pouco seguro para uma viagem com os seus proprios filhos Só 4% dos entrevistados souberam indicar o nome do novo Presidente brasileiro e só uma pessoa dentre 150 tem o conhecimento do "Programa Fome Zero" 60% conhecem que no Brasil ( entendido porém como America Latina ) existem emigrantes de origem italiana, mas so 2,8% chegou perto do numero real dos descendentes de origem italiana presentes sobre o territorio nacional. 78% afirmaram que no Brasil seriam de um a dois milhões de pessoas de origem italiana. A Midia italiana não ajudam por certo elevar a imagem do Estado/Continente brasileiro. Pouco antes ou pouco depois da "posse" do governo Lula, os jornais diarios, e as principais redes de televisão italianas descreveram o Brasil no limiar do colapso economico/financeiro e social. O mais difundido semanario italiano "Panorama" ( que tem leitores com cultura medio/alta ) colocou uma reportagem de 6 paginas " Campeões do mundo... de bancarota/quebrados. E os tons dos artigos dos jornais não foram muito diferentes. No mesmo periodo um especial televisivo de duração de uma hora na RAI3 ( canal cultural da tv do Estado) falou exclusivamente de favelas, de bandos de delinquenstes que matam sem motivo as pessoas nas estradas, de traficos de drogas. Um quadro inquietante de pobreza, degradação e delinquencia. Duas semanas depois também um segundo polo televisivo italiano ( Mediaset ) mandou um onda de reportagem sobre os jovens que vivem nas estradas/ruas e se prostituem com os turistas europeus e japoneses nas praias do nordeste. Ainda uma vez um Brasil sem sentido unico, com um primeiro plano as favelas, a pobreza e a fome. Recentemente, uma outra transmissão dedicada aos paises pobres e em via de desenvolvimento ( na mesma serie propuseram documentarios sobres paises africanos e do centro e America do Sul ) trataram o tema dos "campezinhos"?? Pois, no imaginario coletivo que contribuiram em criar, os prejuizos e as imagens estereotipadas, o Brasil é um País grande, povoado pela grande parte de pessoas de pele escura que não trabalha, um pais onde faz muito calor todo o ano, onde pouquissimas pessoas - talvez nobres descendentes dos conquistadores portugueses - detem imensas riquezas e possuem maior parte dos terrenos, fazendo viver na pobreza e na ignorancia a grande parte da população. Mais que um pais em fase de pleno desenvolvimento, o Brasil é considerado quase um pais de terceiro mundo onde não existe tecnologia, onde os jovens não vão na escola e estão todos os dias pelas estradas e ruas, um pais onde as Universidades são raras e frequentadas so pelos mais "facoltosi" O dado muito grave, a nosso ver, é que quando se fala do Brasil, tem sempre a imagem mais negativa ou aquela mais folcloristica deste pais. Se fala, isto é, só de fome, de pobreza, de delinquencia, de drogas, de criminalidade, de uma parte e de outra parte se fala só do Carnaval com festas extraordinarias que duram sem interrupção por dias inteiros. Esta é a imagem do Brasil hoje na Italia. E tudo isso denigre/prejudica não só o turismo, mas também e sobretudo as relações empreeendedoras, as trocas comerciais, os investimentos de empresas italianas no territorio brasileiro, as "delocalizzazioni" empreendedoras. A Confiança. Quando fazemos estas considerações o pensamento corre também à Italia, que viveu por muito tempo uma situação analoga. Pizza, mandolino, spaghetti, tarantella e mafia são os titulos que identificavam os italianos em grande parte do mundo até ha poucos anos. Também neste caso se tratava dos antigos prejuizos, dos lugares comuns dificeis de superar. "Macaroni", chamavam-nos os americanos do norte, em sentido depreciativo. Hoje, por sorte, a situação é muito mudada e a Italia goza de uma outra imagem internacional que é ligada à cultura do comer e beber bem, às belezas arquitetonicas, à historia milenar, à cultura, às grandes marcas de moda, aos automoveis Ferrari...Mas requereu-se tanto tempo... ° ° ° ° ° Certo, o Brasil tem alguns graves problemas para superar. Todavia, o Presidente Lula tem demonstrado de tê-los bem claros, tem demonstrado que não quer escondê-los do mundo e por este fez alguns projetos para buscar mudar as coisas. Mas o Brasil não tem só os problemas. O Brasil tem também uma outra face que é absolutamente desconhecida, ao menos na Italia, porque é como se o lado positivo fosse ofuscado pelo lado negativo que certamente faz mais brechas na opinião publica. Um exemplo ? o grande sucesso que tiveram em todo o mundo as canções de Antonio Carlos Jobim e que foram interpretadas pelos maiores artistas ( desde Frank Sinatra a Ella Fritsgerald ), não identificam imediatamente com o Brasil. Jobim é um branco e a bossanova é uma musica extremamente refinada e elegante. Não pode ser um produto brasileiro ! Assim como não podem ser as formas muito elegantes e sofisticadas de Oscar Niemeyer ou os romances de Paulo Coelho. Também são só tres exemplos do outro Brasil, daquela parte que não é conhecida e que é necessario fazer descobrir/conhecer. Que coisa fazer concretamente para definir uma imagem nova, diferente e positiva deste grande País ? Nós pensamos que seja necessaria uma poderosa operação de marketing da parte das autoridades brasileiras, que também tem as suas responsabilidades se até hoje é considerada na opinião publica esta imagem "não positiva". E somos convencidos que um "papel muito importante", nesta operação, possam desenvolvê-lo nós, os italo-brasileiros, os brasileiros de origem italiana que tanto contribuiram para tornar grande o seu pais de adoção e que hoje ocupam papéis de primeiro plano nos empreendimentos, na politica, no esporte e na cultura. Com este não entendemos por em segundo plano o valor e a importancia dos grupos étnicos, mas é um dado de fato que os brasileiros de origem italiana tiveram e tem uma parte muito importante no desenvolvimento do Brasil. Não é o caso que 6 Ministros do Governo Lula tenham sobrenomes italianos. Façamos entender "às midias italianas" quantos são, onde vivem, o que fazem... Façamos compreender que os brasileiros de origem italiana são, no mundo, a comunidade pais numerosa mas sobretudo aquela mais ligada à sua terra de origem. Relatemos historias de sucesso e "terá um imediata "resposta" na opinião publica italiana." Não existe uma familia, no norte da Italia, que não tenha no seu passado uma historia de imigração... Criada esta identidade e este forte impacto será mais fácil fazer passar, ao menos na Italia, também as imagens do "outro Brasil" - aquele positivo - derrotando finalmente prejuizos e lugares comuns.
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